l’in-popolarità di dire NO?

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1 Response

  1. feliciano scrive:

    Riguardo al punto 1 e al tuo richiamo sui padri costituenti, le discussioni sul numero di parlamentari ci furono anche in assemblea e tra i sostenitori del Parlamento con pochi deputati e senatori vi erano personaggi come Einaudi e Nitti. I padri costituenti avevano di fronte il modello del Parlamento pre-fascista, che era piuttosto numeroso in rapporto agli elettori, e non sapevano di preciso quanti fossero gli abitanti dell’Italia perché l’ultimo censimento era del 1936. Mortati proposte un deputato alla Camera ogni 100mila elettori, ricordando che il Parlamento dell’Italia liberale non aveva un Senato elettivo e in grado di far cadere un governo. Togliatti voleva invece una Camera dei deputati più ampia perché l’eletto non doveva essere distaccato dall’elettore e soprattutto non fosse soltanto il rappresentante di un partito anziché “di una massa vivente, che egli deve in qualche modo conoscere e con la quale deve avere rapporti personali e diretti”: così si giunse al compromesso di 80mila elettori per ogni deputato e 200mila in ogni Regione per ogni senatore. Soltanto anni dopo si fissò il numero a 630 e 315.
    Riguardo al punto 7, sono d’accordo con le tue preoccupazioni. I territori non saranno ugualmente rappresentati, ma – specialmente in caso di legge elettorale proporzionale – deputati e senatori arriveranno sempre più dalle grandi città, mentre i territori periferici saranno ancor meno rappresentati, pure rispetto ad oggi.
    C’è un ultimo aspetto su cui non ti soffermi e che invece mi preoccupa. Ossia, oggi abbiamo un Senato con 315-322 senatori (considerando quelli a vita) e quindi per fare una maggioranza o per farla cadere servono 158-161 eletti. In caso di vittoria del sì ne basteranno 101-104. In un sistema frammentato come il nostro, in cui da trent’anni la regola è quella di maggioranze ballerine, una situazione del genere favorirà fenomeni di trasformismo, passaggi da maggioranza a opposizione, ricatti al governo della serie “o voti l’istituzione della lotteria di Casabasciana o non voto la fiducia”.

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