la politica ha un costo

L’altra sera, parlando di Sanità, Rosy Bindi ha spiegato con forza e chiarezza il ruolo strategico della politica come necessario soggetto “mediatore” tra soggetti deboli e soggetti forti, perché quando si parla di sanità gli interlocutori non sono mai sullo stesso piano.
Ha aggiunto che la politica può svolgere a pieno il suo ruolo solo se è (e sa essere) autenticamente libera.
Lo ha detto in modo molto bello ed incisivo.
È stato uno dei passaggi più apprezzato, ma a me ronzava qualcosa in testa che vorrei condividere con voi.
Siamo tutti bravi a dire che i politici devono essere liberi dai condizionamenti.
Sappiamo bene che quando aziende e personaggi facoltosi finanziano questo o quel politico, questo o quel partito, prima o poi passano alla cassa, anche in modo indiretto, nel senso che quel politico sarà sempre portato a tener presente le esigenze di quel mondo che lo ha sostenuto e finanziato.
Per anni abbiamo pensato che il finanziamento pubblico o i rimborsi elettorali ci avrebbero messo al riparo dagli interessi impropri e che avrebbero garantito autonomia alla politica.
Così non è stato, o almeno non lo è stato sempre o non per tutti.
Mi sono avvicinata alla politica sull’onda di tangentopoli quindi quella indignazione per una politica corrotta o compiacente è stata sempre la cifra del mio impegno, ma non basta.
Oggi mi trovo a fare una campagna elettorale con regole (tetti e limiti, obblighi di trasparenza e rendicontazione) che sono felice di osservare e che per certi versi non dovrò sforzarmi di rispettare perché ad esempio il tetto di 30 mila euro di spese (dirette e indirette) è molto al di sopra della cifra che io posso e voglio permettermi.
Ma quella frase mi ronza comunque in testa
perché in questi giorni ho già dovuto rinunciare a molte azioni che potrebbero aiutarmi nella campagna elettorale: le radio e i giornali ti offrono spazi a pagamento, ma ho dovuto spiegare che “no, grazie… faccio una campagna lowcost e non posso permettermelo”, sto decidendo se inviare o meno qualcosa a casa per informare le persone che sono candidata e cosa vorrei fare se vengo eletta, ma no… se non trovo una soluzione diversa quella proposta è troppo costosa.
Ho organizzato un po’ di cene di autofinanziamento, piccole cifre per mantenere la partecipazione ampia e lo so… c’è chi le cene le offre ed è più facile restare simpatici se non si fa pagare.
Insomma… più ci penso e più resto convinta di una scelta di campo che anche stavolta ho fatto, di una politica e di una candidatura sostenibile, con poco spreco di carta e tanto passa parola, ma i costi ci sono ugualmente.
Perché la politica ha un costo, se non sono tante persone a sostenerlo mettendoci poco ma in maniera diffusa, vuol dire che qualcuno la sta pagando per noi e che prima o poi passerà a riscuotere.
Io ovviamente ci metto il mio, ma voi ve la sentite di contribuire?

Campagna di autofinanziamento
puoi contribuire alle spese per la mia campagna elettorale effettuando un bonifico bancario intestato a

Deghelli Maria Simona mandatario elettorale di Cecilia Carmassi
IBAN: IT 49 S 06370 24700 000010002470
Causale: “Sostegno campagna elettorale Cecilia Carmassi”

oppure vieni al comitato in via filzi 51, porta il tuo contributo in contanti e ti rilasciamo ricevuta

per info e contatti: hosceltocecilia@gmail.com oppure telefona al 3480913180

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Una risposta

  1. Piero ha detto:

    Il più grande costo della politica si ha quando finiscono in ruoli importanti delle Istituzioni persone incompetenti o interessate, che producono danni incalcolabili per noi tutti.
    In bocca al lupo, Cecilia!

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