Siamo giunti alla fine

Abbiamo creduto in un progetto, ci abbiamo lavorato con passione e con tenacia.

Abbiamo dedicato tempo, energie, coinvolto amici e conoscenti nel nostro impegno con e per il Partito Democratico.

Ci abbiamo messo la faccia, attraversando periodi favorevoli e mari in tempesta.

Oggi siamo convinti sia giunto il tempo di porre la parola fine, perché quel progetto politico che per molti è stato la prima occasione di impegno politico (i cosiddetti nativi PD) e per altri la costruzione faticosa di un incontro di culture e sensibilità a partire da percorsi ed esperienze diverse, oggi è diventato altro e non rispecchia più il motivo e gli obiettivi per i quali ci siamo spesi in questi anni.

Il Partito Democratico era un partito incentrato, pur con tutte le sue difficoltà, su una comunità plurale che ha regole e processi di partecipazione interna che riconoscono e garantiscono la pluralità delle sensibilità, consapevole che in una società complessa solo un partito inclusivo che fa lo sforzo di ricercare una sintesi e una condivisione può farsi carico di questa complessità e rappresentarla; oggi in tutte le sedi l’unità anziché punto di approdo è un dato di partenza quasi una fede nel pensiero unico al quale dimostrare obbedienza ed ogni differenza di sensibilità, nella proposta, nei metodi è vissuta come non rispettosa di indicazioni nate non si sa dove e che ci è chiesto solo di amplificare e far rimbalzare nel sistema mediatico dei social.

Il Partito Democratico aveva una cornice valoriale chiara e condivisa dentro alla quale venivano selezionate leadership dal profilo personale anche molto diverse; ora assistiamo continuamente a cambiamenti profondi non solo di direzione ma anche di contenuto in base al calcolo delle convenienze elettorali spesso con cambiamenti repentini in nome di una velocità alla quale troppo spesso si sacrifica la valutazione dell’impatto delle scelte.

Il Partito Democratico era un progetto era un progetto che allargava la sua base e vinceva città e regioni, oggi dopo aver assistito a molte sconfitte in tutta Italia ed aver dimezzato la sua rappresentanza sul territorio in toscana, non è possibile in nessuna sede chiedere non tanto le dimissioni (cosa che in passato sarebbe stata anticipata dalle spontanee dimissioni di chi aveva guidato tanto male il partito) ma nemmeno una discussione seria e la necessità di correggere le politiche che ci hanno fatto perdere tanti elettori e tanti iscritti.

Il Partito Democratico era un argine alle politiche di destra e populiste sia sul piano dei diritti umani che del ruolo dello Stato nel garantire la riduzione delle disuguaglianze ed un modello di sviluppo sostenibile, oggi sempre più lo vediamo caratterizzato da slogan populisti, dall’idolo dell’autoregolamentazione del mercato, dalla concezione degli immigrati come problema scomodo e risolvibile affidando ad altri il lavoro sporco,  dalla riduzione e privatizzazione spinta del welfare resa sopportabile da minime misure caritatevoli per chi è in povertà estrema.

E la lista potrebbe continuare.

Di fronte a tutto questo, unito al costante deteriorarsi del clima interno, al venir meno delle regole minime di convivenza, abbiamo deciso di porre semplicemente la parola fine.

Sappiamo che altri ritengono ancora sostenibile un impegno per la cd riduzione del danno dentro a questo partito, ma noi pensiamo che non ci siano più le condizioni nemmeno per questo e  non siamo più disposti ad assumerci la corresponsabilità per altre scelte scellerate che non ci sentiamo di condividere né di poter mitigare.

Non siamo disposti, come alcuni ci consigliano, semplicemente ad attendere nella consapevolezza che la fase renziana sia ormai arrivata alla fine, perché pensiamo che quella concezione della politica e del potere farà ancora altri danni e sarà difficile poter ricostruire sulle macerie che si sta lasciando dietro.

Abbiamo assunto questa decisione dopo aver verificato che molte delle persone con cui in questi dieci anni di vita del PD abbiamo lavorato, hanno silenziosamente abbandonato questo partito, alcuni abbandonando ogni forma di impegno, alcuni addirittura smettendo di votare.

Abbiamo misurato la fatica nelle ultime elezioni amministrative di una sempre maggiore difficoltà delle persone a sostenere i nostri candidati, spesso “nonostante il PD”.

La nostra scelta non inficia in alcun modo il sostegno alla amministrazione Tambellini che continueremo a sostenere anche con proposte e sollecitazioni riguardanti i bisogni del territorio.

Confermiamo una stima personale e politica verso quanti in questo momento pensano di poter ancora svolgere un ruolo utile dentro il PD senza semplicemente omologarsi ed a loro va il nostro in bocca al lupo per la fase congressuale che si apre a partire dal deposito delle candidature di oggi, in merito alle quali non intendiamo esprimere alcuna valutazione.

Proveremo a mantenere un confronto aperto e costante con quelli coi quali abbiamo condiviso una più stretta sintonia dentro al PD perché rifiutiamo l’idea che una diversa collocazione politica possa impedire di costruire momenti di confronto e di condivisione.

Dedicheremo tempo ed energie a riscoprire una dimensione appassionante della politica come dimensione collettiva del prendersi cura di una comunità e di un territorio, come impegno a leggere i bisogni, i fattori di disagio ma al tempo stesso a cogliere le potenzialità e studiare possibili soluzioni.

Proveremo a farlo anche in modi diversi perché siamo persone libere che non staranno certo con le mani in tasca ma che liberamente proveranno a dare il loro contributo in ambiti e modalità diverse.

Oggi siamo qui per mettere la parola fine ad una delle dimensioni del nostro impegno.

È la fine del nostro impegno nel PD e con il PD, ma anche un nuovo inizio perché non ci lasceremo scoraggiare dall’amarezza per come si conclude questa esperienza, perché dentro di noi conserviamo anche la convinzione di aver vissuto una bella stagione di impegno e di aver potuto partecipare, lavorare ad un progetto che ci ha reso orgogliosi.

Lo facciamo con tristezza, con la fatica con cui si prendono le distanze da una cosa che è stata importante, ma anche con la serenità di chi sa che di quella cosa è rimasto ormai poco più di un vuoto simulacro.

Mettiamo la parola fine per poter guardare avanti, per costruire nuovi inizi

 

È una follia odiare tutte le rose perché una spina ti ha punto,

abbandonare tutti i sogni perché uno di loro non si è realizzato,

rinunciare a tutti i tentativi perché uno è fallito.

È una follia condannare tutte le amicizie perché una ti ha tradito,

non credere in nessun amore solo perché uno di loro è stato infedele,

buttate via tutte le possibilità di essere felici

solo perché qualcosa non è andato per il verso giusto.

Ci sarà sempre un’altra opportunità,

un’altra amicizia,

un altro amore,

una nuova forza.

Per ogni fine c’è un nuovo inizio.

(cit. Il Piccolo Principe – Antoine de Saint-Exupéry )

primi firmatari:

Cecilia Carmassi (Direzione Nazionale PD)

Pierluigi Cristofani (Direzione territoriale PD Lucca)

Andrea Sarti (Segretario territoriale GD Lucca)

Daniela Grossi (Portavoce delle Donne PD territoriale Lucca- Direzione terr. PD Lucca)

Emanuela Bianchi (Direzione territoriale PD Lucca)

Viviana Guagliumi (Direzione territoriale PD Lucca)

Renza Borselli (Commissione di Garanzia PD territoriale)

Giancarlo Longhi (Segretario Circolo PD Oltreserchio)

Alfredo Guagliumi (Segretario circolo PD Pieve Fosciana)

Claudio Simi (Consigliere comunale di Pescaglia)

Rosano Paoli

Silvano Papini

Elena Baroni

Stefano Marcinnò

Chiara Cristofani

 

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2 risposte

  1. MariogiulioGuccione ha detto:

    Un abbraccio di stima per tutto ciò che Cecilia Carmassi e i Compagni che oggi lasciano il PD hanno fatto in questi anni per la vita e la storia della sinistra progressista lucchese;
    per la scelta di dignità irrinunciabile che onora tutto il movimento e il pensiero democratico e antifascista.
    L’abbraccio è ancora più sentito per aver riconosciuto un limite di sopportazione e tollerabilità al principio di centralismo democratico ,unico collante intorno al quale la dirigenza del PD,nazionale e lucchese pretende di stravolgere il mandato di rappresentanza dell’elettorato a vantaggio di politiche sociali ed economiche spregiudicate e sostanzialmente antipopolari.

  2. Giorgio Salvatori ha detto:

    Cara Cecilia, sono Giorgio Salvatori di Pietrasanta. Ci conoscemmo al tempo dell’Asinello di Prodi, poi ci rivedemmo anche a casa tua nella campagna elettorale per Tagliasacchi, e altre volte di seguito.
    Poiché, con mia moglie, siamo in questo PD che ci dà sofferenze, ci farebbe piacere conoscere più da vicino la tua vicenda, magari andando a pranzo insieme a Lucca. Cosa ne dici?
    Ciao- Giorgio Salvatori- T. 0584-793184, salvatori.giorgio@ytiscali.it

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