e allora il PD?
Oggi è la giornata delle primarie del PD e alla fine non si può non parlarne perché è un fatto politico di rilevanza nazionale anche per chi non è iscritto o non vota il PD.
Io come iscritta ad ArticoloUNO ho partecipato alla fase costituente del nuovo PD.
Devo dire che avevo apprezzato lo slancio con cui Letta dopo la sconfitta elettorale aveva lanciato una sfida democratica in primis al gruppo dirigente del suo partito, ma anche rivolta alla società civile che si riconosce nel centrosinistra per l’apertura di un percorso di confronto ed elaborazione di un nuovo manifesto dei valori in grado di orientare una comunità politica di fronte alle nuove sfide.
Conoscendo il PD ero stata positivamente colpita da questo coraggioso progetto che purtroppo ha immediatamente visto il fuoco amico da parte dei molti dirigenti preoccupati della definizione di un nuovo profilo politico dai contorni più ampi e più coraggiosi.
In effetti non è bastato aver perso tanti comuni e tante regioni, essere ormai ridotti ad una piccola comunità che si regge (per ora) su toscana e emilia romagna come unici territori in cui è ancora visibile un radicamento politico, molti ritengono che non ci sia nulla da ritoccare anzi che il modello e la piattaforma pensata un’era politica fa (prima della crisi economica del 2008, prima della pandemia, prima della vittoria politica di una destra-destra che va a braccetto coi peggior partner europei) sia il massimo per una forza che ambisce a governare il Paese … a quanto pare nonostante gli italiani visto che tutti le indagini sul voto dicono chiaro che le forze di centrosinistra e di sinistra hanno perso credibilità agli occhi dei loro elettori che rinunciano in massa persino a votare.
Ho atteso comunque, perché nel comitato chiamato ad elaborare il nuovo manifesto c’erano nomi significativi dello spessore di Nadia Urbinati e di Chiara Saraceno (solo per citare due contributi affatto scontati e di qualità culturale e politica al di sopra di ogni sospetto).
In effetti, nonostante il tentativo di delegittimazione e depotenziamento messo subito in campo dai “veltronianioltreveltroni” e dai “renzianisenzarenzi” il percorso seppur con fatica è andato avanti e il manifesto per il nuovo PD ha molti aspetti interessanti pur essendo evidentemente una cornice o meglio ancora una bussola per una comunità politica che deve rimettersi in mare aperto e non ha ancora definito il capitano o la capitana che li guiderà.
Vi invito a leggerlo, lo trovate qui e penso sia un buon viatico per una discussione ancora tutta da sviluppare a livello nazionale ma anche sui territori.
Purtroppo chi non è riuscito ad affossarlo è riuscito comunque nell’intento di depotenziarlo, ottenendo di mantenere in vita il manifesto precedente (in larga parte inconciliabile) e soprattutto mettendolo da parte rispetto alla competizione delle primarie che sono tornate ad essere una normale e ordinaria conta sulle persone (e sulle correnti che più si affannano a negare e più esistono come del resto è normale in una comunità plurale) che affida a chi vince una totale libertà di scelta non solo della rotta ma anche della meta.
Sono questi i motivi per cui mi sono fermata sulla soglia e come molti iscritti e simpatizzanti di articoloUNO non mi sono sentita di sottoscrivere l’impegno ad aderire al PD per partecipare a pieno al Congresso compresa la composizione degli organismi.
Mi sono detta: e se vincono i soliti, quelli che vogliono impedire la costruzione di un nuovo PD, quelli che pensano al partito come ad un eterno comitato elettorale, quelli per cui “abbiamo perso anche troppo tempo a discutere, bisognava votare subito”… io poi riuscirei a restarci?
La risposta è NO, ne sono uscita per questo, non mi interessa un partito fatto solo di conte e di prove di forza in cui a prescindere “chi la pensa diversamente è solo una perdita di tempo che si sopporta di lasciar parlare ma tanto nel voto perde”.
Questa idea di partito e di politica ha ridotto il PD ad una dimensione di iscritti che è la centesima parte della comunità che con entusiasmo gli aveva dato vita, e la partecipazione degli scritti è comunque ancora più bassa.
Ci ha fatto perdere tutte le elezioni e soprattutto la fiducia dell’elettorato e nel frattempo ci ha consegnato scelte politiche (sul lavoro come su altre riforme) che hanno segnato profondamente la vita e la capacità di riconoscersi in questa parte politica per tante persone.
Eppure … eppure la crisi del PD, travolge di fatto l’intero centrosinistra, perché se è vero quello che dicono autorevoli boriosi dirigenti “senza di noi non esiste il centrosinistra in grado di competere con il centrodestra” è pur vero che con questo PD si può partecipare ma non si può vincere e nessun progetto a sinistra risulta credibile finché deve fare i conti con un PD che non è credibile.
Proprio per questo stamani di buon’ora sono andata a votare alle primarie PD (trovate i seggi qui) ed ho versato i miei due euro, perché non basta un segretario per cambiare rotta, ma sono certa che Elly Schlein a livello nazionale ed Emiliano Fossi a livello toscano possano almeno provare a costruire un nuovo PD e che sapranno rivolgersi ad altre energie politiche e sociali considerandole una ricchezza e non un fastidio.
Non sarà facile e non sarà veloce, ma con gli altri candidati non si può nemmeno coltivare la speranza, li conosco bene e so che qualsiasi cambiamento vorranno apportare sarà addirittura peggiorativo.
Non si può restare indifferenti a questo passaggio, non sarà la panacea di tutti i mali ma Schlein e Fossi per le cose che hanno detto e per le posizioni che rappresentano mi sembrano l’unica possibilità per invertire la rotta e tornare a utilizzare una bussola che abbia al centro la giustizia sociale ed un modello di sviluppo sostenibile in cui tanti altri potranno riconoscersi
Buone primarie a tutti e a tutte ma soprattutto tanti auguri di buon lavoro, tra gli altri, ad Andrea Sarti, Viviana Guagliumi e Mario Dianda che mi auguro rappresenteranno questo territorio nella assemblea nazionale e regionale del PD
si vota fino alle 20 e io ho votato così