il mio voto utile
Sono ore (in realtà giorni) in cui non si sente parlare altro che del voto utile.
C’è chi invita a non disperdere i voti, c’è chi si tura il naso per paura di disperdere e rendere inutile il voto, c’è chi “minaccia” improbabili e surreali responsabilità a causa di un voto a sinistra che agevolerebbe Salvini.
Sono ore, giorni che ci penso, e più ci penso e più mi pare che queste sterili discussioni (sui social, nei dibattiti televisivi o tra amici che siano) finiscano solo col confermare la debolezza della politica e la vittoria della tattica di corto respiro, l’assenza di una idealità per cui “battersi” e la riduzione di ogni elezione in uno scontro tra bande.
Ma cosa vuol dire voto utile?
Sono ore, giorni che ci rifletto e provo a condividere con voi qualche pensiero in libertà e schiettezza come sempre, per andare oltre questa tornata elettorale e iniziare a ragionare sul senso dell’impegno politico e sul senso della democrazia e della partecipazione.
Sarà anche un modo per rendere conto del mio percorso di questi mesi a chi mi chiede “ma tu cosa fai adesso? Con chi stai? Come la vedi la situazione?”
1) tifate per una squadra?(di calcio o di qualsiasi altro sport non importa) Allora ditemi se è lecito tifare per una squadra che non è tra quelle in testa nel campionato… si perché in politica anni di sistema maggioritario hanno prodotto un danno mostruoso ovvero l’idea che se non “tifi” per una delle squadre che vince il tuo tifo è inutile, anzi dannoso per la squadra per la quale tiferesti (magari con minor convinzione) se la tua squadra del cuore non ci fosse. Ci avevate mai pensato? Chi di noi penserebbe di ridurre qualsiasi campionato alle sole tre o quattro squadre che possono ragionevolmente contendersi la vittoria? Eppure in politica è passato il concetto che tifare per una squadra minore è da stolti, addirittura da corresponsabili della vittoria del peggiore sfidante. Vista così sembra assurdo vero? Eppure invece di chiedersi perché qualcuno continua a tifare per una squadra minore, molti passano il tempo a denigrare questi tifosi (fanno pura testimonianza perché non vinceranno mai!)
2) abbiamo detto per anni che potevamo scegliere i nostri rappresentanti senza che fossero i partiti ad imporci liste bloccate e poi che fate…. volete dare la preferenza a qualcuno che non passerà mai (questa la critica quando provi a ragionare di preferenze)? oh… a casa mia la preferenza è una preferenza, altrimenti ditelo che non volete scegliere e vi piace puntare solo sui vincenti salvo poi lamentarvi del fatto che quei vincenti non vi corrispondono e “c’è bisogno di benaltro…”
3) Dobbiamo fare in modo che il PD torni ad essere una forza di sinistra e sostenere la “svolta” zingarettiana… (dicono alcuni)… quale svolta? Mi viene chiedere… se ancora non ho sentito una parola di critica sulle politiche portate avanti negli ultimi anni, se ancora dobbiamo sopportare la retorica di chi sostiene che “se fosse passata la riforma costituzionale…” senza rendersi conto che con quella riforma Salvini e il Governo avrebbero meno “lacci e lacciuoli” nello stravolgere i nostri principi democratici… se quel PD a trattativa ancora aperta con ArticoloUNO si affrettava a presentare simbolo e programma dedicando ampio spazio a Calenda e al suo programma mai discusso e deliberato da nessuno come se fosse un novello Prodi (che almeno costruì una fabbrica del programma e fece precedere la sua candidatura da un processo democratico che tocco tutti i territori e culminò con le primarie) … insomma per aiutare il PD a cambiare dovremmo avallare un PD in perfetta continuità con gli ultimi anni? Singolare teoria….
4) la priorità è fermare la destra: ecco la cosa che mi appassiona di più… ma veramente pensiamo di arginare l’avanzata della destra senza rimettere in discussione linguaggi, pratiche e principi della cd sinistra? Pensiamo di arginare la destra snobbando il disagio di ampi ceti popolari e della classe media che si è impoverita e parlando solo di grandi politiche infrastrutturali? Pensiamo di ridurre le disuguaglianze facendo parti uguali tra disuguali? Continuando a teorizzare che lo stato deve arretrare perché le politiche pubbliche sono un lusso che non ci dobbiamo permettere e continuando ad esternalizzare pezzi di Pubblica amministrazione e in particolare di sanità?
Insomma… non ci sono santi né eroi in questa fase: sul PD ho già detto, sulla sinistra dirò per brevità che non mi rassegno al suicidio assistito di LEU frutto di gruppi dirigenti nazionali che hanno dimostrato poca generosità e troppo calcolo di breve respiro, fatico a comprende l’utilità dell’operazione “portatori d’acqua” scelta da ArticoloUNO senza ottenere in cambio né rispetto né tanto meno la dignità di piccola forza partecipe di un progetto, stimo alcune persone che si sono candidate nelle diverse liste e conosco, capisco il voto di tante persone incontrate in queste settimane che per motivi ed argomentazioni diverse voteranno in modo variegato come mai in passato.
Nella logica del voto utile nessuno di noi è in grado di fare la differenza, anzi siamo, singolarmente presi, tutti irrilevanti, ed anche nella logica dei grandi numeri europei l’1% che si sposta da una forza ad un’altra se anche determinasse un parlamentare europeo in più o meno per la lista A o B in realtà sappiamo bene che non cambierà molto….
perché il principio va capovolto:
mi auguro che lunedì saremo a chiederci perché tanti singoli voti si sono espressi su questa o quella forza politica, quali sono le domande e quali proposte hanno voluto premiare,
mi auguro che chi non arriverà alla soglia sappia interrogarsi su cosa sia necessario oggi per rendere una proposta politica credibile e in grado di coinvolgere, sappia riflettere sul fatto che i processi costituenti o sono democratici e frutto di una disponibilità di mettersi tutti in gioco oppure sono cartelli elettorali che continuano ad allontanare potenziali elettori,
mi auguro che chi si è messo in gioco pensando di fare la differenza e avesse ottenuto il risultato di fare eleggere nella stessa lista qualcuno che va in direzione ostinata e contraria, riflettesse sul fatto che prima di candidarsi serve una piattaforma politica condivisa e l’arlecchino delle candidature “acchiappatutto” può determinare risultati paradossali,
mi auguro che tutti quanti abbiamo la forza di ripartire, consapevoli che una sinistra plurale, coinvolgente e credibile ancora manca in questo paese come forza politica e la sua costruzione non è una questione di leadership (spesso troppo prese dalla loro autoconservazione) ma di difficoltà a pensare, progettare e perseguire con coerenza la costruzione collettiva di una società più equa e democratica.
E quindi è arrivato il momento della verità e non voglio sottrarmi:
se votassi il PD voterei per due persone che in modo diverso sono due outsider
Sono Pietro Bartolo e Beatrice Covassi due candidature indipendenti nella lista del PD molto diverse tra di loro: Bartolo è forse più conosciuto è il medico di Lampedusa che potrebbe portare in UE quella esperienza di trincea umana e sanitaria su cui dovrebbe misurarsi il vero grado di civiltà del continente, Covassi l’ho conosciuta in FUCI ed ha dedicato la vita all’impegno nelle e per le istituzioni europee, fino a diventare Capo della rappresentanza in Italia della Commissione Europea negli ultimi anni.
Beatrice Covassi ha scelto di dedicare anni di competenza ed esperienza per contribuire a dare una svolta a questa Europa che rischia di smarrire la sua “funzione” e che il Italia è sempre stata considerata una istituzione di ripiego per molti politici mentre in altri Paesi è il cuore di tutte le progettualità.
Potete seguirli su fb e tw e Beatrice ha anche un blog:
www.beatricecovassi.eu
ci ho pensato a lungo e mi dispiace per loro ma votarli vuol dire riconoscermi e quindi premiare il PD di Calenda, quel PD che ha scelto come capolista la Bonafè e poiché non è possibile (sono settimane che alcuni esponenti di ArticoloUNO provano ad argomentare il contrario) votare Bartolo e Covassi senza premiare quel PD io non li posso votare, ma li ho segnalati a chi mi ha chiesto una mano per individuare nelle liste del PD persone serie che se elette possano fare la differenza.
C’è stata una fase in cui ho pensato di votare i verdi, perché ho trovato nella loro lista del centro italia due donne in gamba come Nicoletta Dentico e Elena Pulcini (lo so che per votare due donne avrei dovuto aggiungere un maschietto) ma poi lo “scandalo” della partecipazione di esponenti della destra ambientalista e la reazione di Civati mi hanno ricordato da un lato la componente liberale dei verdi nel gruppo europeo, dall’altro mi hanno fatto capire che è una accozzaglia di persone candidate senza una condivisione vera (come fai a non sapere con chi ti candidi?) quindi segnalo queste due donne competenti a chi cercasse in quella lista qualcuno da sostenere.
E quindi alla fine voto La Sinistra, con l’entusiasmo di chi avrebbe voluto costruire una proposta vera e coraggiosa per queste elezioni ma anche con la determinazione di chi crede che se non diamo segnali chiari a livello nazionale ed europeo sulla direzione, allora è inutile lamentarsi se si va in direzione opposta. Lo farò non votando Fratoianni perché lo abbiamo eletto un anno fa in parlamento ed è giusto che stia lì, lo farò perché nel nord est la capolista è Silvia Prodi, una donna competente e appassionata, europeista di quelle serie, che non fanno sconti ad una Europa che sembra aver perso la sua anima.
Certo non posso votare Silvia Prodi, ma col mio voto posso contribuire a darle una chance, anzi a darla all’Italia che avrebbe bisogno di parlamentari europei così.
Per le preferenze nel centro Italia ho scelto tra le molte candidature ne ho scelte due che mi sembrano un bel segnale:
sono Tommaso Grassi, perché tutti quelli che lo conoscono me ne hanno parlato come di un consigliere comunale (a Firenze) serio, competente, coerente e appassionato, mi piacerebbe che in Europa arrivasse anche la voce di chi ha vissuto realmente le istituzioni sul territorio,
e poi ho scelto Elisabetta Pezzini, impegnata per anni con le donne e per le donne, ha scelto di dedicare la vita e la sua militanza alla agricoltura biologica e ad un modello di sviluppo sostenibile.
Non so come andrà, ma il mio voto sarà così utile ad esprimere il mio pensiero, la mia passione e la mia richiesta di una politica diversa, un voto non basta, ma sarà un voto “per” e non un voto “contro” … che per costruire bisogna avere la pazienza di mettere un mattone sopra l’altro e il mio non mancherà.
p.s. Qualsiasi cosa vogliate votare, buon voto a tutte e a tutti voi
Sono d’accordo e mi dispiace che il movimento nato sia naufragato nel nulla. Io non sono nessuno, insegnante in pensione,ma il mio punto di riferimento è sempre stato Enrico Berlinguer e successivamente Bersani. Per cui questo PD non mi rappresenta niente. Come dire cambiare il volto del leader sorridente e pacioso per poi non cambiare niente all’interno del partito. Grazie per le tue riflessioni .
Cecilia, ti ascolto sempre volentieri…riesci a fare luce.