il dado è tratto
sono ormai settimane che penso a queste maledette elezioni, sarei anche un po’ stanca perché dopo la campagna elettorale delle amministrative avrei avuto voglia di staccare invece ho passato l’estate in discussioni faticose sia in presenza che on line.
intendiamoci…. ben vengano le discussioni e il confronto! in un mondo politico sempre più basato su dinamiche “dall’alto”, leaderistiche e ridotte a slogan, essere in un partito e avere luoghi di confronto è pur sempre una fortuna e una responsabilità.
Così da quando Articolo UNO, il partito di cui faccio parte anche come componente della direzione nazionale ha discusso e deliberato la partecipazione alla lista dei “Democratici e Progressisti” già temevo quello che poi è accaduto ovvero che nella comunicazione della campagna l’idea di una lista plurale sarebbe stata ridotta a poco più di una citazione e tutto il messaggio sarebbe stato incentrato sul PD.
E i fatti sono andati ben oltre i miei timori, conosco troppo bene il PD per non sapere che avrebbe arrogantemente pensato di costruire un “insieme” da solo, del resto sono in tanti in politica ormai a fare fatica a considerare la condivisione e il lavoro di squadra come una ricchezza (nessuno si lamenti dopo provando ad incolpare gli alltri).
quindi che fare?
la domanda era lecita ma la risposta è arrivata cammin facendo e, come al solito per trasparenza la metto nero su bianco, perché non ho niente da nascondere e non sopporto quelli che galleggiano!
in questi casi ci vogliono alcune premesse:
premesso che avrei voluto l’alleanza progressista coi 5 stelle (sarebbe lungo spiegare i perché e avremo modo di parlarne da lunedi in poi), sapevo anche che difficilmente saremmo riusciti a realizzarla in termini elettorali, sia per come è fatto il PD e in particolare alcune sue componenti, sia per come sono fatti i 5Stelle e buona parte del loro elettorato;
premesso che sono felice non ci sia una alleanza né con Renzi né con Calenda, ho ben capito il tentativo di tenerli separati e il suo inevitabile fallimento, li sopporteremo di nuovo in parlamento ma almeno è chiaro che sono altro da noi ed hanno gettato la maschera su molte politiche decisive per il paese;
premesso che ho conosciuto e stimato nel tempo alcuni 5Stelle fuoriusciti con Di Maio (che follia la rigidità assoluta della regola dei due mandati per tutti) dico anche che chi di spada ferisce di spada perisce o che hanno raccolto quello che hanno seminato e soprattutto che il peggiore di tutti è proprio Di Maio e quindi spero che, come credo, raccoglieranno una manciata di voti e nulla più (ma il problema è anche chi li ha spinti alla scissione innescando l’escalation che ci ha portato ad elezioni anticipate!);
considerando che un sistema elettorale così vergognoso più lo approfondisco e più gli darei foco , come si dice dalle mie parti, e che il combinato disposto con la riduzione dei parlamentari (altra follia votare una regola per cui i cittadini contano sempre meno ma l’antipolitica ha generato veri mostri in questi anni) ha reso impossibile per gli elettori anche solo sperare in un rapporto vero coi loro rappresentanti,
detto tutto questo e molto altro ancora che potrei dire, alla fine di una campagna elettorale praticamente celebrata solo in tv e sui social, come accade spesso le decisioni sono maturate tenendo conto anche di alcuni fattori locali e del fatto che la scheda ti costringe ad un voto unico per la parte uninominale e per quella plurinominale che dovrebbe essere più proporzionale.
io ve lo dico: domenica eviterò di soffermarmi su qualche nome del plurinominale, per evitare di ripagare qualche personaggio con la moneta che meriterebbe e mi concentrerò sul messaggio che vorrei uscisse dalle urne e che fosse ben compreso anche dalle parti in causa
Va costruito un autentico campo progressista, con maggiore coraggio e maggiore apertura di quanto non sia stato possibile in questo frangente ma proseguendo sulla strada intrapresa.
Difficilmente vinceremo le elezioni, ma non possiamo far vincere quella parte del PD che continua a guardare al centro e a destra, quella parte che non vede l’ora di poter dire che occorre cambiare linea e tornare a privilegiare il rapporto con gli arroganti che pretendono di farsi chiamare terzo polo pur sapendo che se gli va bene sono a malapena il quarto (e questo la dice tutta sulla serietà di queste persone e sulla strumentalità dei loro messaggi)
per questo sosterrò questo pur timido tentativo di dare rappresentanza ad un “Italia democratica e progressista” perché penso ci siano ampi margini di miglioramento e non vorrei succedesse quello che è successo con LeU archiviato frettolosamente come un fallimento in nome di un benaltrismo che oggi ci vede più deboli e divisi.
l’ottimo è nemico del meglio si dice
ecco io meglio di così in queste schede non ho trovato, quindi ringrazio Serena ed Anna che ci hanno messo la faccia e invito tutti e tutte a mettere una croce sul simbolo che comunque vale anche per le candidate all’uninominale
buon voto a tutti e a tutte