La prima donna
E se fosse lei la prima donna?
E perché no?
Forse è meglio se il presidente del Consiglio lo fa Berlusconi? E Salvini? O Gasparri? O La Russa? O Urso o Malan ? E l’elenco potrebbe continuare…
Sinceramente gridare allo scandalo perché il centro destra che ha vinto le elezioni può arrivare addirittura a votare la segretaria del partito più votato come Presidente del Consiglio mi pare una cosa che solo dei finti uomini di sinistra retrogradi e misogini possono fare e che solo le donne succubi del potere maschilista finto progressista che abbonda a sinistra possono subire.
Troppo dura?
Non credo ma come sempre vorrei provare a spiegare i miei perché.
Chi mi conosce e condivide con me da sempre le battaglie con le donne e per le donne lo sa: quel maledetto soffitto di cristallo non va solo superato ma va infranto e le donne che ci riescono lo fanno per tutte perché cambia il simbolico, perché si svelano gli stereotipi, perché si smascherano i club pensati da uomini per uomini.
E così penso che Meloni possa diventare la prima donna Presidente del Consiglio anche grazie a tante battaglie che altre donne hanno condotto per anni, a volte insieme nelle battaglie trasversali che solo perché tali hanno costretto gli uomini a rimuovere norme degne dei peggiori paesi in mano ai talibani.
Possibile non ricordare alle giovani generazioni che per anni e anni gli uomini che riempivano il Parlamento non trovassero niente di grave nella violenza sessuale inquadrata come atto contro la morale anziché reato contro la persona? Eppure solo un asse trasversale delle donne e solo nel 1996!!! ha ottenuto una legge dignitosa contro la violenza sessuale.
A volte il soffitto di cristallo viene superato da singole personalità che non bastano certo a cambiare la storia per tutte ma dimostrano che “ si può fare” come le migliori avanguardie in ogni movimento.
Quindi è forse arrivato il momento di una donna in una delle due cariche ricoperte per ora solo da uomini
E quando gli uomini di sinistra pretendono indignazione da parte delle donne di sinistra vorrei guardarli negli occhi e dire “ mi sento rappresentata da Meloni quanto voi lo sareste da un La Russa o Salvini, embeh?!”
E quando gli uomini di sinistra hanno subito iniziato a sbeffeggiare le battaglie per il linguaggio inclusivo, che è una delle forntiere culturali del cambiamento del simbolico e della piena inclusione nei ruoli (ci sono nel mio essere donna in un ruolo non è che ci sono nonostante sia una donna o per gentile concessione) ecco che è risultata evidente tutta la visione patriarcale e misogina che ancora è diffusa tra le file dei sedicenti progressisti che a parole sono per il superamento delle discriminazioni, a parole sono per la parità ma alla fine continuano a farsi i conti tra di loro perché … l’omo è omo, se sa!
Quindi cosa mi aspetto da una leader che viene dalla destra? Politiche di destra, mi pare naturale, una visione conservatrice della famiglia, ma date retta a me: una donna che fa i conti con un figlio per quante baby sitter si possa pagare non farà mai spallucce riguardo ai servizi per l’ infanzia, e se ha mai avuto anziani da accudire anche se ha delegato ad altri non penserà mai che il carico di cura scaricato sulle famiglie possa reggere all’ invecchiamento della popolazione
Magari invece di offrire servizi in qualche caso offrirà aiuti economici perché la donna possa stare a casa a prendersi cura dei propri cari, ma non è molto peggio da chi ha costretto le donne a casa a prendersi cura dei pochi cari senza aiuti economici investendo solo in minima parte sui servizi che sarebbero necessari.
La destra da che mondo è mondo fa la destra, ma la sinistra che non prova mai a camminare nelle scarpe delle donne, quella sinistra che le usa come ancelle del potere rigorosamente in mani maschili non dovrebbe avere il coraggio di incolpare le donne perché la destra l’ ha battuta sul tempo.
Certo adesso fioriscono le candidature di donne anche a sinistra perché l’album delle figurine è sempre andato di moda tra i maschietti, ma stavolta il tema sarà che non si può recuperare il ritardo riciclando donne per quanto giovani che sono state funzionali al sistema di potere maschile.
Non si tratta di aprire una guerra tra donne, si tratta di trovare donne , molte, in grado di proseguire e rafforzare le battaglie di questi anni, ma soprattutto si tratta di prendere atto che se non diventano battaglie di tutti e di tutte non si cambia se non la facciata.
Si tratta di imparare a cooperare anziché ridurre tutte ad una mera competizione, perché nella vita si vince e si perde ma nel mezzo si deve vivere e convivere.
Ricominciamo da qui: dal ripensare la politica come cura per le persone, per le comunità, per il Creato…. non è patrimonio solo delle donne e non è patrimonio di tutte le donne, ma non si parte dall’anno zero.
Se non è questo, il resto è maquillage (stranamente uno dei pochi termini attinti dal vissuto delle donne, sempre in senso negativo ovviamente) può servire per una migliore resa nelle foto, ma è inutile per risolvere i problemi quotidiani delle persone
Ps. L’immagine che ho scelto è volutamente quella di una trasmissione in più puntate che la RAI ha dedicato alle donne che per prime hanno avuto riconoscimenti o ricoperto ruoli, un giorno una trasmissione sarà dedicata anche alla prima donna che ha ricoperto il ruolo di Presidente del Consiglio … la storia non si cambia, magari evitiamo che anche per la Presidente della Repubblica ancora una volta la destra arrivi prima di noi!