don Luigi e Gino, voci nel deserto?
In un tempo arido di “senso” in cui tante parole importanti, tanti principi, valori, vengono messi in discussione da una parte e utilizzate come mere bandierine, slogan vuoti dall’altra, può capitare di poter ascoltare in diretta due persone molto diverse tra di loro, per storia, formazione e ambito di azione.
apparentemente lontani, in realtà lavorano allo stesso progetto: la giustizia sociale, l’obiettivo comune che ha al centro la persona umana (in tutte le sue varietà), la sua dignità, e una idea di comunità, di relazioni che sono una vera rivoluzione rispetto al crescente individualismo su cui si basano e di cui si alimentano intolleranze e razzismo, anche quello dei “buoni sentimenti” che si rivolge in un movimento dall’alto verso il basso nei confronti delle persone “meno fortunate”
Don Luigi Ciotti e Gino Strada ci invitano ad iniziarla questa rivoluzione, cominciando da noi, scavando ognuno/a dentro se stesso per rimuovere le scorie e le barriere che ci impediscono di osare anche solo pensare che un altro mondo sia possibile.
ascoltateli, ho cercato i video per poterli rivedere e offrirli a tanti amici con cui ne ho parlato, sono convinta che dobbiamo ripartire da qui, politicamente e anche come semplici persone che non si rassegnano allo stato delle cose… (continua dopo i video)
ecco la Lectio Magistralis di Don Luigi Ciotti in occasione del Conferimento Laurea magistrale in Sociologia e management dei servizi sociali – Università Di Pisa – Cerimonia del 24 maggio 2019
ecco l’incontro con Gino Strada che si è svolto a Lucca il 3 giugno 2019:
“Voce di uno che grida nel deserto” (Gv 1,23)…. ho pensato mentre le loro parole risuonavano dentro di me.
E subito dopo ho capito che la forza delle loro parole sta anche nella pratica quotidiana del loro impegno, pensiero e azione sono unite e coerenti, questo è il dato che li rende incredibilmente autorevoli e li rende indigesti a chi non li condivide;
non parlano (cosa che fanno in tanti nei vari talk ormai invasivi)… no, loro ci raccontano quello che fanno e perché lo fanno, c’è un progetto alla base del loro agire ma il loro agire è la riprova della praticabilità delle loro idee.
Proviamo a ripartire da qui: come pratica politica, come pratica sociale, proviamo a farle diventare un coro quelle voci, con l’umiltà di chi sa che in ogni coro sono importante i solisti ma anche l’ultima delle voci apparentemente indistinte, ritroviamo il coraggio dell’utopia, perché solo avendo il coraggio di alzare lo sguardo riusciremo a vedere l’orizzonte verso il quale incamminarci, ognuno col suo passo… insieme!
hai ragione ,sono due grandi, dovremo seguire il loro esempio,ma anche l’impegno di LEU pre fare assemblee periodiche, per coinvolgere tutti i cittadini e creare un programma di sinistra è risultato minimo, almeno a mio modestissimo parere, ben
altro impegno è necessario per creare una alternativa credibile che non si basi su comizi indicazioni dal vertice.