30 anni e non sentirli
Ai più passerà inosservato, mi pare ci sia in giro un certo fastidio per la ricorrenza, ma sono già 30 anni (30!) da quando “il ciclone Mani Pulite” travolse la prima repubblica.
a me pare che raccontata così sia un modo per spostare l’attenzione dalla pentola che fu scoperchiata nel 92, a chi quella pentola l’ha scoperta, perché in quella stagione tutti sapevano, come disse Craxi :
“E tuttavia, d’altra parte, ciò che bisogna dire, e che tutti sanno del resto, è che buona parte del finanziamento politico è irregolare o illegale. I partiti, specie quelli che contano su appartati grandi, medi o piccoli, giornali, attività propagandistiche, promozionali e associative, e con essi molte e varie strutture politiche operative, hanno ricorso e ricorrono all’uso di risorse aggiuntive in forma irregolare od illegale. Se gran parte di questa materia deve essere considerata materia puramente criminale, allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale. Non credo che ci sia nessuno in quest’Aula, responsabile politico di organizzazioni importanti, che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo: presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro.”
sembra passato un secolo, ma le dichiarazioni di Craxi dissero allora quello che la narrazione vorrebbe cancellare: le tangenti, la concussione e corruzione erano un modo diffuso di “sostenere l’attività politica”.
un po’ come dire che tutti erano drogati e quindi tanto valeva legalizzare la droga (estremizzo ma lo faccio volutamente)
così sono 30 anni che si parla della “supplenza” o invadenza della magistratura senza dire mai perché la magistratura avrebbe dovuto girarsi dall’altra parte di fronte a reati veri e propri (non è che Mario Chiesa portasse caramelle nella valigetta).
e sono 30 anni che il sistema politico un po’ cerca porre rimedio a quello che dovrebbe essere scontato (chi ricopre cariche pubbliche dovrebbe farlo con disciplina e onore come prevede art 54 Cost) ma non lo è cercando di prevedere norme, controlli, incompatibilità ecc; un po’ dimostra insofferenza su un operato populisticamente rivendicato come libero da lacci e lacciuoli, legittimato dal consenso come se questo consentisse di non rispettare la legge.
avremo modo di riparlane… i referendum sulla giustizia prevedono ad esempio un quesito per cancellare in parte la normativa per la quale non si possono candidare persone con procedimenti giudiziari (evitiamo ogni commento sulle condanne o prescrizioni senza aver verificato innocenza che ormai abbondano lasciando in una zona grigia innocenti veri con rei che restano impuniti)
ma intanto ieri al Senato una discussione apparentemente tecnica ha aperto di nuovo una breccia rispetto ad un tema che dopo Tangentopoli credevamo di aver risolto e trattando una questione apparentemente complessa ” Relazione della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari sulla questione se il Senato debba promuovere conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato innanzi alla Corte costituzionale con riguardo agli atti posti in essere nell’ambito di un procedimento penale pendente dinanzi alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze nei confronti del senatore Renzi” arriva a teorizzare che se indagando su un terzo si trovano documenti che coinvolgono un senatore questi documenti non sono utilizzabili perché andava chiesta l’autorizzazione preventiva alla Camera di appartenenza.
ho trovato molto chiaro l’intervento in proposito del Senatore Grasso che in dichiarazione di voto a nome del gruppo di LEU mi pare abbia in modo equilibrato dichiarato le motivazioni non solo per un voto contrario alla richiesta ma anche le preoccupazioni per gli scenari che tale richiesta aprono.
dichiarazione di voto Pietro Grasso
sbaglierò, ma dopo 30 anni mi pare che tra referendum e conflitti di attribuzione si stia tornando al via, cercando in modo strisciante di affermare l’impunità e l’insindacabilità dell’operato dei parlamentari… si vede che a certi processi la prescrizione non è sufficiente e si torna a difendersi non NEL processo ma DAL processo stesso
auguri Italia!