appropriatezza, accessibilità ed equità
sono giorni che penso all’utilità di fermare su questo taccuino digitale i pensieri e le notizie più interessanti di questa strana stagione della quarantena.
stasera inizio da qui, una piccola vicenda emblematica di quello che siamo e di quello che ci aspetta nelle prossime settimane.
“se io me lo pago…”
Molti hanno paura, alcuni sono addirittura terrorizzati, ma soprattutto serpeggia il dubbio… sarò positivo? sarò asintomatico? lo saranno le persone con cui vivo? con cui lavoro?
Dopo le prime richieste ideologiche palesemente inattuabili (facciano i tamponi a tutti e subito) molti hanno iniziato a capire che i tamponi sono una cosa seria, non solo costosa ma anche che richiede tempo e laboratori specializzati e che quindi è normale e giusto che vengano fatti con delle priorità (i pazienti sintomatici e poi gli operatori più esposti e così via).
ma la paura resta
e allora arrivano i test sierologici, molto veloci, e si apre un mercato immediatamente disponibile ad effettuarli a richiesta… basta pagare!
e molti pensano: io posso, io pago, non me lo possono impedire che male faccio??
ma non è così.
innanzitutto questi test non sono poi così attendibili e quindi si rischiano i c.d. falsi negativi (con persone infette che si sentirebbero tranquilli nel relazionarsi coi propri cari o con altre persone e rischiando la diffusione del contagio), ma anche in caso di positività queste stesse strutture private che li offrono (sempre rigorosamente a pagamento, qualcuno promettendo donazioni ad una onlus) non si fanno carico dei costi aggiunti scaricandoli sul servizio sanitario pubblico, che dovrebbe a quel punto effettuare il tampone, immediatamente, magari scoprendo che si trattava di un falso positivo oppure anche accertando una reale positività ma non secondo criteri di equità e priorità democratiche bensì in base ad una priorità determinata dal censo (io posso, io pago, io supero la fila!)
ecco perché ho trovato illuminante il parere della Commissione Regionale di Bioetica (Commissione Regionale di Bioetica_Parere_TestSierologici) che ci fa riflettere su questioni che attengono non solo alla questione dei test ma che dovrebbero orientare la gestione delle risorse pubbliche e anche di quelle private quando c’è di mezzo la salute dei cittadini in una situazione così difficile come quella che stiamo vivendo.
usano tre termini APPROPRIATEZZA, ACCESSIBILITA’ ed EQUITA’… sono parole scomode, ma sono anche parole democratiche, ispirate ai nostri principi costituzionali e al nostro modello di sanità pubblica e universalistica in cui nessuno si salva da solo
p.s. mai come in questo tempo “grazie” a questo virus è risultato tanto evidente che la salute degli altri è la precondizione per la mia salute e non viceversa. E il modello di sanità che oltre 40 anni fa ha orientato la creazione del nostro sistema sanitario nazionale, forse qualcuno pensava dopo aver celebrato il quarantennale di poter procedere nel processo di riduzione del campo di azione delle politiche pubbliche in tema di salute e di lasciare altri spazi al privato così “disponibile” a farsi avanti e subentrare… vedrete.. alla fine di questa vicenda le cose saranno più chiare e potremo rilanciare insieme la centralità e l’utilità per tutti di un sistema pubblico diffuso, organizzato e competente.
intanto impariamo a gestire la paura senza farci divorare dall’egoismo e dal bisogno di risposte facili ed immediate e soprattutto, ricordiamoci di cosa abbiamo pensato guardando tanti film che raccontavano catastrofi (ambientali e non) in cui non abbiamo fatto fatica a stigmatizzare il personaggio ricco ed egoista che voleva salvare se stesso prima degli altri e non ne voleva sapere di rispettare l’antico adagio “prima le donne e i bambini” ed evitiamo di dare pubblicamente o di nascosto lo stesso triste spettacolo. L’egoismo è parte dell’animo umano ma noi siamo più forti!
COMUNICATO STAMPA
Commissione Regionale di Bioetica
Appropriatezza, accessibilità ed equità nella diagnosi di infezione di Coronavirus
La Commissione Regionale di Bioetica, riunita in modalità di videoconferenza il 3 aprile 2020, esprime viva preoccupazione per le possibili conseguenze sulla salute pubblica che potrebbero derivare dall’offerta da parte di molti laboratori privati dei test sierologici senza un governo ed un controllo pubblico necessari per garantire appropriatezza, accessibilità ed equità.
La Commissione Regionale di Bioetica consapevole dei molteplici aspetti ancora non conosciuti, anche a livello internazionale, in merito alle caratteristiche del virus, alla risposta anticorpale e alla sua efficacia protettiva, richiama con forza e urgenza la necessità di utilizzare tutte le risorse diagnostiche disponibili, pur con livelli di sensibilità e specificità ancora da validare. Il fine è quello di individuare i soggetti con infezione in atto o pregressa da Coronavirus sulla base di stringenti criteri di Appropriatezza, Accessibilità ed Equità .
L’appropriatezza non consiste solo nell’analisi laboratoristica, ma nel complessivo percorso differenziato rispetto alle finalità dell’accertamento. Tali criteri sono chiaramente identificati nell’Allegato B dell’Ordinanza del Presidente della Giunta regionale toscana n. 18 del 25 Marzo 2020.
Dato che dai risultati dei test (positivo, debole – positivo, negativo) possono derivare accertamenti successivi e comportamenti sociali e intrafamiliari più o meno adeguati, è fondamentale assicurare, da parte della Regione, in stretta relazione con le Istituzioni scientifiche nazionali, un’unitaria programmazione dell’offerta pubblica e privata, un’omogenea e accurata appropriatezza nella esecuzione degli accertamenti e nella gestione dei risultati da parte di tutto il sistema sanitario toscano.
Accessibilità. Criteri analoghi devono essere rapidamente messi in atto per il personale operante nei servizi sociali, nei servizi di pubblica utilità che non hanno subito interruzioni, per le persone che vivono in comunità ecc., individuando congiuntamente modalità di accesso prioritarie, sulla base del potenziale rischio di contagio. La possibilità di accedere agli accertamenti, il cui responso e conseguente gestione hanno una rilevanza non solo in termini di salute individuale ma collettiva, deve essere attuata con criteri di equità su tutto il territorio regionale, indipendentemente dalla struttura pubblica o privata che effettua gli accertamenti.
Equità. In questa situazione di emergenza non è assolutamente accettabile che la possibilità di sottoporsi a un esame sia in relazione alla disponibilità economica di acquisire tale prestazione per sé e i propri familiari, di connettersi con maggiore rapidità a un Centro di prenotazione, di poter utilizzare connessioni informatiche al fine di ottenere la ricetta del medico, il referto del laboratorio, la visita a domicilio per il prelievo.
In questa situazione sanitaria la Commissione di bioetica è ben consapevole che stanno emergendo, con maggior rilevanza, disuguaglianze pregresse – e in parte nuove – in relazione alla tipologia di domicilio, al nucleo familiare, alla disponibilità economica complessiva, alla attività lavorativa in molti casi interrotta, al livello di salute pregressa, alla rete di relazioni sociali, allo stato di fragilità.
È proprio per tali motivi che riteniamo che il Sistema sanitario toscano, nel suo complesso, sia chiamato a una sfida unitaria volta a proteggere la salute individuale e collettiva e ad attenuare le differenze esistenti fra le persone, sulla base dei principi qui indicati, e in ottemperanza alle norme sancite dalla nostra Costituzione.
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nota: Ringrazio Marco Geddes da Filicaia per aver segnalato pubblicamente la delicatezza e pericolosità della questione e aver fatto circolare il parere del Comitato di cui è componente